La pratica omosessuale vissuta oggi dentro la Chiesa

preti-gay

BY ROSELLINA MARIA DILUNA

Ho deciso di trattare in questo mio articolo di una piaga pericolosa e in continuo aumento che liberamente sta prolificando all’interno della Chiesa: la pratica dell’ “omosessualità“, o meglio il vivere liberamente questa condizione.

Naturalmente è bene considerare subito che esistono nella Chiesa tanti “omosessuali” che in un cammino di castità e di continua ricerca della perfezione cristiana vivono a pieno e felicemente la loro vocazione.

Inizio subito col dire che chi vive questo stato è assolutamente chiamato a una sola via, quella della castità, una via naturalmente che si acquista non dall’oggi al domani, ma con profondo impegno, sorretti dalla grazia di Dio e certamente con l’aiuto di chi ha strumenti per poter portare luce in questa tenebra, una tenebra che può avere le più svariate cause.

E’ dunque fondamentale sottolineare che tutti possono essere chiamati da Dio a servire la Vigna del Signore, anche gli omosessuali, ma che è assolutamente non trascurabile la condizione fondamentale e cioè che siano pronti a vivere la Legge di Dio e non a voler vivere nella Chiesa secondo i loro desideri.

La condanna infatti all’omosessualità è mirata all’atto contro-natura che da essa scaturisce, un atto di disordine, di profonda iniquità che non può assolutamente essere accettato, non può essere nella Chiesa di Dio.

Ritroviamo infatti nel Catechismo della Chiesa Cattolica tra i “quattro peccati che gridano vendetta verso il cielo” proprio il “peccato impuro contro natura” e in questo scritto voglio infatti trattare non dell’ “omosessuale” in quanto omosessuale, considerando che chi vive questa condizione non è condannato dalla Chiesa e può far parte della Chiesa se disposto a servire la Legge di Dio con la vera volontà del cuore; voglio invece dedicare queste parole e siano di ” ammonizione” a chi vive “volontariamente” anche negli atti a essa connessi la pratica dell’omosessualità nel Tempio di Dio, rientrando così anche in un “peccato gravissimo contro lo Spirito Santo che è quello dell’ostinazione nei peccati” e cioè “continuare a peccare, indurirsi nel male senza cercare di correggersi“.

Nella Chiesa oggi, come ho potuto personalmente verificare sono presenti tanti che, omosessuali, fanno del Tempio di Dio “volontariamente” il luogo dove nascondersi e vivere questa loro inclinazione; tanti infatti, non hanno nessuna intenzione di purificarsi e stare in castità, ma anzi vivono serenamente questa iniquità nel Tempio di Dio.

Questo non è bene e non è scusabile.

Questo non è accettabile.

Sono tantissimi infatti i religiosi omosessuali nella Chiesa, sacerdoti chiamati a discernere le vocazione, prof. di Teologia che in cambio del loro sostegno nello studio chiedono agli studenti prestazioni, e certamente non manterrò il silenzio di fronte alla mia amata Santa Madre Chiesa, oggi ricca di questi “lupi rapaci” perché questi individui possano capire che non sono poi così tanto tranquilli perché c’è chi sa…..a chi è di Dio in verità nulla è nascosto…. e che se non cambiano la loro condotta avranno una grande responsabilità, prima di tutto con la loro anima ma anche con tutte le altre che trascinano nei loro errori volontari.

Oggi in tanti scelgono il silenzio di fronte al peccato, favorendone così la via, come per la pratica dell’omosessualità così per tante altre defezioni all’interno del Clero…

Ma quale silenzio scelgono?

Certamente quello della non-verità, quello che San Paolo chiamava “il silenzio che dà scandalo”, quello che può nascere solo da chi non ha zelo per la casa del Padre Suo, per il Tempio di Dio e per le anime.

Una finta-carità che non ha niente a che vedere con la verità della Legge di Dio che è una carità ma nella verità.

Carità nella verità è dire a questi fratelli: basta!

Carissimi, quante finte vocazioni oggi…

Quanti giovani omosessuali entrano negli ordini religiosi, nei seminari diocesani, trovando la via aperta proprio grazie a sacerdoti che vivono la loro stessa condizione e magari sono chiamati a “discernere” le vocazioni….

Questo è terribile, è qualcosa assolutamente su cui intervenire, perché possiamo solo immaginare quanti danni possano nascere…..

Vorrei infatti soffermarmi sulla spiegazione di un punto perché nessuno possa permettersi di accusare questo mio scritto come un “giudizio” contro gli omosessuali.

Non lo è.

Questo scritto è di monito in nome di Dio a chi furbamente sta macchiando la Chiesa.

Per amore della verità sappiate che siamo tutti peccatori, ma esistono due tipi di peccatori, quelli che considerano le proprie debolezze e combattono attraverso i sacramenti, la volontà e il pentimento e l’altra parte “oggi vasta”… di peccatori che si insinuano nel tempio di Dio… vivendo solo apparentemente una sequela a Cristo, ma volontariamente mantengono il loro stato di peccato, vivendolo serenamente incensati dal fatto che pochi oggi sono i Cristiani con il fuoco nel petto pronti a difendere anche con la vita la Legge di Dio.

Il male agisce liberamente perché pochi sono infiammati dalla verità che solo la vera sequela a Cristo può donare.

Vorrei che tanti leggessero questo scritto.

Basta con il pensiero che è tutto normale e tutto va bene….

Il testimone, chi vive in Cristo è chiamato a difendere il Tempio di Dio, dai “mercanti”, con un intervento sicuro, con l’autorità che Dio stesso ci dà, da questo riconoscerete gli “eletti”, che non sono tutti i “chiamati” (Perché molti sono i chiamati, ma pochi gli eletti Mt 22,11-14).

E’ bene dire basta al permissivismo e alla sempre e a prescindere “misericordia di Dio” che grazie a tanti che abusano di questo dono ha fatto del peccato un lontano ricordo.

Questa non è verità…il peccato si combatte.

Dio non si compiace del peccato e nemmeno di chi si rende responsabile dello stesso omettendo l’intervento di ammonizione (opera di misericordia spirituale) nei confronti di chi è in questo stato o in tutti gli stati di peccato.

E’ bene avvicinarsi a questi fratelli, parlarci, essere verità di Cristo, ma essere carità nella Verità, senza mezzi termini.

Oggi c’è la possibilità di farsi aiutare.

L’omosessuale non e’ condannato ma se si dice Cristiano è chiamato a fare un cammino urgente e importante di purificazione e la castità è l’elemento assolutamente verso il quale tendere e dove si riconosce se un’omosessuale serve Dio o il demonio (il caso a cui è dedicato questo mio articolo).

Il peccatore accetta l’aiuto della Chiesa e se veramente ha una vocazione sta all’obbedienza della Legge di Dio, non userebbe mai il Tempio di Dio per vivere la sua sporcizia.

Chi è omosessuale e non ha intenzione di cambiare la Sua condotta non prenda in giro Dio, esca dal Tempio di Dio, consideri il rischio terribile della sua perversione e sopratutto consideri quanti induce in peccato.

E vi parla una donna, una consacrata di Dio che ben vi conosce e non ha paura di testimoniare per Amore della Chiesa.

Siete tanti, siete ovunque oggi…..

La fede è un dono immenso, un dono di grazia, in quel Tempio abita chi ha dato la Sua vita per noi, in Croce.

Sappiate che Dio non perdona chi non si pente, e l’inferno esiste.

A buon intenditor poche parole, convertitevi, cambiate rotta…

Dio vi ama, ci ama, ma comanda si segua la Sua Legge.

Dio è Misericordia ma nel pentimento e se siete servi del demonio non siete di Cristo, siete fuori dalla verità.

Nessuno può prendersi gioco di Dio.

Perché vi giocate così stupidamente la possibilità dell’eternità?

E rifletta anche chi mantiene il silenzio e copre queste situazioni perché…”non c’e’ nulla di nascosto che non verrà alla luce” e ancora ecco un passo fondamentale: (Ez 33,7-9) “O figlio dell’uomo, io ti ho costituito sentinella per gli Israeliti; ascolterai una parola dalla mia bocca e tu li avvertirai da parte mia. Se io dico all’empio: Empio tu morirai, e tu non parli per distoglier l’empio dalla sua condotta, egli, l’empio, morirà per la sua iniquità; ma della sua morte chiederò conto a te. Ma se tu avrai ammonito l’empio della sua condotta perché si converta ed egli non si converte, egli morirà per la sua iniquità. Tu invece sarai salvo.

Questa e’ la verità e il compito dei testimoni sentinelle amate da Dio!

Se la nostra testimonianza non esiste ma che senso ha una vocazione? Che senso ha dirsi di Cristo?

Non sono mai stata amata nella Chiesa da quella parte che la usa per scopi del mondo, tanti mi scrivono dicendomi di “stare attenta” e tanti religiosi furbamente mi invitano con scritti privati al silenzio…il silenzio che fa comodo certamente anche a loro, ma sappiate che io vi invito tutti alla verità.

Questo è Amore, una verità d’Amore, verità nella carità e carità nella verità, la stessa che Gesù usava di fronte ai peccatori e che si espandeva in un “va’ e non peccare più”.

Si…va e non peccare più… pentimento, perdono, volontà di cambiare….

Carissimi, di fronte a chi vive questa iniquità con furbizia non abbiate altra reazione che quella della verità di Dio, una verità non interpretabile.

Impugnate la Parola di Dio! In una verità che non è giudizio ma profonda carità d’Amore verso i fratelli e le sorelle che attraverso questo segno d’Amore del nostro intervento (che naturalmente è frutto primariamente della nostra vita in verità) possono decidere (se vogliono perché liberi) di tornare anche loro alla giusta via, lavorando su se stessi e tornando in grazia, altrimenti che vadano altrove!

Servo Cristo non per lavoro, e non tengo alla mia vita quanto a servire la mia vocazione (certamente un dono e non un merito) in verità.

Vi lascio per riflettere alcuni passi, tratti dal vecchio e dal nuovo testamento e poi alcuni altri illuminanti passi, di chi… non solo a parole serviva Dio..

«Non accoppiarti con un maschio come si fa con la donna: è cosa abominevole […]. Tutti quelli che commetteranno tali azioni abominevoli, verranno sterminati di mezzo al popolo» (Lv 18, 22 e 29).

«Se un maschio giace con un altro maschio come si fa con la donna, entrambi hanno commesso un abominio: vengano messi a morte, e il loro sangue ricada su di loro» (Lv 20,13).

Analoga riprovazione viene espressa dai Profeti di Israele, come testimonia il successivo passo tratto da Isaia. «Il loro aspetto testimonia contro di loro: essi manifestano i loro peccati, come fece Sodoma, anziché nasconderli. Guai a loro! Essi si preparano la loro rovina»! (Is 3, 9).

E nella lettera di San Paolo: «Perciò Dio li ha abbandonati all’impurità secondo i desideri del loro cuore, fino al punto di disonorarsi a vicenda i corpi, poiché essi hanno cambiato la verità di Dio con la menzogna e hanno venerato la creatura al posto del Creatore benedetto nei secoli. Per questo Dio li ha abbandonati a passioni infami: le loro donne hanno mutato le unioni secondo natura quelle contro natura; allo stesso modo gli uomini, lasciando l’unione naturale con le donne, si sono accesi di passione fra maschi, ricevendo così in loro stessi la punizione che si addice al loro traviamento […]. E pur conoscendo il giudizio di Dio, che condanna a morte chi commette tali azioni, essi non solo le commettono, ma persino approvano chi le compie» (Rm 1, 24-32).

«La Legge non è fatta per il giusto, bensì per i cattivi e i ribelli, gli empi e i peccatori, per i sacrileghi e i profanatori, i parricidi e i matricidi, gli impudichi e i sodomiti […] e per qualunque altro vizio contrario alla sana dottrina» (1 Tm 1, 9-10).

Escludendo dalla salvezza coloro che praticano il vizio contro natura, l’Apostolo pronuncia per loro una condanna ben più grave della morte fisica: quella della morte eterna.

«Non illudetevi! Né i fornicatori, né gli idolatri, né gli adulteri, né gli effeminati, né i sodomiti […] erediteranno il Regno di Dio»! (1 Cor, 6, 9-10).

Sant’Agostino: “I delitti che vanno contro natura, ad esempio quelli compiuti dai sodomiti, devono essere condannati e puniti ovunque e sempre. Quand’anche tutti gli uomini li commettessero, verrebbero tutti coinvolti nella stessa condanna divina: Dio infatti non ha creato gli uomini perché commettessero un tale abuso di loro stessi. Quando, mossi da una perversa passione, si profana la natura stessa che Dio ha creato, è la stessa unione che deve esistere fra Dio e noi a venire violata

San Gregorio I Papa: «Che lo zolfo evochi i fetori della carne, lo conferma la storia stessa della Sacra Scrittura, quando parla della pioggia di fuoco e zolfo versata su Sodoma dal Signore. Egli aveva deciso di punire in essa i crimini della carne, e il tipo stesso del suo castigo metteva in risalto l’onta di quel crimine. Perché lo zolfo emana fetore, il fuoco arde. Era quindi giusto che i Sodomiti, ardendo di desideri perversi originati dal fetore della carne, perissero ad un tempo per mezzo del fuoco e dello zolfo, affinché dal giusto castigo si rendessero conto del male compiuto sotto la spinta di un desiderio perverso».

San Giovanni Crisostomo: «Le passioni sono tutte disonorevoli, perché l’anima viene più danneggiata e degradata dai peccati di quanto il corpo lo venga dalle malattie; ma la peggiore fra tutte le passioni è la bramosia fra maschi […]. I peccati contro natura sono più difficili e meno remunerativi, tanto che non si può nemmeno affermare che essi procurino piacere, perché il vero piacere è solo quello che si accorda con la natura. Ma quando Dio ha abbandonato qualcuno, tutto è invertito! Perciò non solo le loro (degli omosessuali; N.d.R.) passioni sono sataniche, ma le loro vite sono diaboliche […]. Perciò io ti dico che costoro sono anche peggiori degli omicidi, e che sarebbe meglio morire che vivere disonorati in questo modo. L’omicida separa solo l’anima dal corpo, mentre costoro distruggono l’anima all’interno del corpo. Qualsiasi peccato tu nomini, non ne nominerai nessuno che sia uguale a questo, e se quelli che lo patiscono si accorgessero veramente di quello che sta loro accadendo, preferirebbero morire mille volte piuttosto che sottostarvi. Non c’è nulla, assolutamente nulla di più folle o dannoso di questa perversità»

San Pier Damiani: «Si va diffondendo dalle nostre parti un vizio così gravemente nefasto e ignominioso, che se non vi si opporrà al più presto uno zelante intervento punitore, di certo la spada dell’ira divina infierirà enormemente annientando molti […]. Questa turpitudine viene giustamente considerato il peggiore fra i crimini, poiché sta scritto che l’onnipotente Iddio l’ebbe in odio sempre e allo stesso modo, tanto che mentre per gli altri vizi stabilì dei freni mediante il precetto legale, questo vizio volle condannarlo con la punizione della più rigorosa vendetta. Non si può nascondere infatti che Egli distrusse le due famigerate città di Sodoma e Gomorra, e tutte le zone confinanti, inviando dal cielo la pioggia di fuoco e zolfo […]. Ed è ben giusto che coloro che, contro la legge di natura e contro l’ordine dell’umana ragione, consegnano ai demoni la loro carne per godere di rapporti così schifosi, condividano con i demoni la cella della loro preghiera. Poiché infatti l’umana natura resiste profondamente a questi mali, aborrendo la mancanza del sesso opposto, e più chiaro della luce del sole che essa non gusterebbe mai di cose tanto perverse ed estranee se i sodomiti, divenuti quasi vasi d’ira destinati alla rovina, non fossero totalmente posseduti dallo spirito d’iniquità; e difatti questo spirito, dal momento in cui s’impadronisce di loro, ne riempie gli animi così gravemente di tutta la sua infernale malvagità, che essi bramano a bocca spalancata non ciò che viene sollecitato dal naturale appetito carnale, ma solo ciò che egli propone loro nella sua diabolica sollecitudine. Quando dunque il meschino si slancia in questo peccato d’impurità con un altro maschio, non lo fa per il naturale stimolo della carne, ma solo per diabolico impulso […]. Questo vizio non va affatto considerato come un vizio ordinario, perché supera per gravità tutti gli altri vizi. Esso infatti uccide il corpo, rovina l’anima, contamina la carne, estingue la luce dell’intelletto, scaccia lo Spirito Santo dal tempio dell’anima, vi introduce il demonio istigatore della lussuria, induce nell’errore, svelle in radice la verità dalla mente ingannata, prepara insidie al viatore, lo getta in un abisso, ve lo chiude per non farlo più uscire, gli apre l’inferno, gli serra la porta del Paradiso, lo trasforma da cittadino della celeste Gerusalemme in erede dell’infernale Babilonia, da stella del cielo in paglia destinata al fuoco eterno, lo separa dalla comunione della Chiesa e lo getta nel vorace e ribollente fuoco infernale. Questo vizio si sforza di scardinare le mura della Patria celeste e di riparare quelle della combusta e rediviva Sodoma. Esso infatti viola l’austerità, estingue il pudore, schiavizza la castità, uccide l’irrecuperabile verginità col pugnale di un impuro contagio, insozza tutto, macchia tutto, contamina tutto, e per quanto può non permette che sopravviva nulla di puro, di casto, di estraneo al sudiciume […]. Questa pestilenziale tirannia di Sodoma rende gli uomini turpi e spinge all’odio verso Dio; trama nefaste guerre contro Dio; schiaccia i suoi schiavi sotto il peso dello spirito d’iniquità, recide il loro legame con gli angeli, sottrae l’infelice anima alla sua nobiltà sottomettendola al giogo del proprio dominio. Essa priva i suoi schiavi delle armi della virtù e li espone ad essere trapassati dalle saette di tutti i vizi. Essa li fa umiliare nella Chiesa, li fa condannare dalla giustizia, li contamina nel segreto, li rende ipocriti in pubblico, ne rode la coscienza come un verme, ne brucia le carni come un fuoco […]. Questa peste scuote il fondamento della fede, snerva la forza della speranza, dissipa il vincolo della carità, elimina la giustizia, scalza la fortezza, sottrae la temperanza, smorza l’acume della prudenza; e una volta che ha espulso ogni cuneo delle virtù dalla curia del cuore umano, vi intromette ogni barbarie di vizi […]. Non appena dunque uno cade in quest’abisso di estrema rovina, egli viene esiliato dalla Patria celeste, separato dal Corpo di Cristo, confutato dall’autorità della Chiesa universale, condannato dal giudizio dei santi Padri, disprezzato dagli uomini e respinto dalla comunione dei santi […]. Imparino dunque questi sciagurati a reprimere una così detestabile peste del vizio, a domare virilmente l’insidiosa lascivia della libidine, a trattenere i fastidiosi incentivi della carne, a temere visceralmente il terribile giudizio del divino rigore, tenendo sempre presente alla memoria quella minacciosa sentenza dell’Apostolo (Paolo) che esclama: “É terribile cadere nelle mani del Dio vivente” (Eb 10) […]. Come dice Mosè, “se c’è qualcuno che sta dalla parte di Dio, si unisca a me”! (Es 32). Se cioè qualcuno si riconosce come soldato di Dio, si accinga con fervore a confondere questo vizio, non trascuri di annientarlo con tutte le sue forze; e dovunque lo si sarà scoperto, si scagli contro di esso per trapassarlo ed eliminarlo con la acutissime frecce della parola».

San Tommaso D’Aquino: «L’intemperanza è sommamente riprovevole, per due ragioni. Innanzitutto perché ripugna sommamente all’umana eccellenza, trattandosi di piaceri che abbiamo in comune coi bruti […]. Secondariamente, perché ripugna sommamente alla nobiltà e al decoro, in quanto cioè nei piaceri riguardanti l’intemperanza viene offuscata la luce della ragione, dalla quale deriva tutta la nobiltà e la bellezza della virtù […]. I vizi della carne che riguardano l’intemperanza, benché siano meno gravi quanto alla colpa, sono però più gravi quanto all’infamia. Infatti, la gravità della colpa riguarda il traviamento dal fine, mentre l’infamia riguarda la turpitudine, che viene valutata soprattutto quanto all’indecenza del peccato […]. Ma i vizi che violano la regola dell’umana natura sono ancor più riprovevoli. Essi vanno ricondotti a quel tipo di intemperanza che ne costituisce in un certo modo l’eccesso: è questo il caso di coloro che godono nel cibarsi di carne umana, o nell’accoppiamento con bestie, o in quello sodomitico».

Insomma, se l’ordine della retta ragione viene dall’uomo, invece l’ordine della natura proviene direttamente da Dio stesso. Pertanto, «nei peccati contro natura in cui viene violato l’ordine naturale, viene offeso Dio stesso in qualità di ordinatore della natura» .

Santa Caterina da Siena: «Non solo essi hanno quell’immondezza e fragilità, alla quale siete inclinati per la vostra fragile natura (benché la ragione, quando lo vuole il libero arbitrio, faccia star quieta questa ribellione), ma quei miseri non raffrenano quella fragilità: anzi fanno peggio, commettendo il maledetto peccato contro natura. Quali ciechi e stolti, essendo offuscato il lume del loro intelletto, non conoscono il fetore e la miseria in cui sono; poiché non solo essa fa schifo a Me, che sono somma ed eterna purità (a cui è tanto abominevole, che per questo solo peccato cinque città sprofondarono per mio divino giudizio, non volendo più oltre sopportarle la mia giustizia), ma dispiace anche ai demoni, che di quei miseri si sono fatti signori. Non è che ai demoni dispiaccia il male, quasi che a loro piaccia un qualche bene, ma perché la loro natura è angelica, e perciò schiva di vedere o di stare a veder commettere quell’enorme peccato».

San Bernardino da Siena: «Non vi è peccato al mondo che più tenga l’anima, che quello della sodomia maledetta; il quale peccato è stato detestato sempre da tutti quelli che sono vissuti secondo Iddio […]. La passione per delle forme indebite è prossima alla pazzia; questo vizio sconvolge l’intelletto, spezza l’animo elevato e generoso, trascina dai grandi pensieri agli infimi, rende pusillanimi, iracondi, ostinati e induriti, servilmente blandi e incapaci di tutto; inoltre, essendo l’animo agitato da insaziabile bramosia di godere, non segue la ragione ma il furore […]. La ragione si è perché essi sono accecati, e dove arebbono i pensieri loro alle cose alte e grandi, come quelle che hanno l’animo magno, gli rompe e gli fracassa e riduceli a vili cose e a disutili e fracide e putride, e mai questi tali non si possono contentare […]. Come della gloria di Dio ne partecipa più uno che un altro, così in inferno vi sono luoghi dove v’è più pene, e più ne sente uno che un altro. Più pena sente uno che sia vissuto con questo vizio della sodomia che un altro, poiché questo è maggior peccato che sia».

San Pietro Canisio: «Come dice la Sacra Scrittura, i sodomiti erano pessima gente e fin troppo peccatori. San Pietro e San Paolo condannano questo nefasto e turpe peccato. Difatti, la Scrittura denuncia l’enormità di una tale sconcezza con queste parole: “Lo scandalo dei sodomiti e dei gomorrani si è moltiplicato e il loro peccato si è troppo aggravato”. Pertanto gli angeli dissero al giusto Loth, che aborriva massimamente le turpitudini dei sodomiti: “Abbandoniamo questa città…” […]. La Sacra Scrittura non tace le cause che spinsero i sodomiti a questo gravissimo peccato e che possono spingere anche altri. Leggiamo infatti nel libro di Ezechiele: “Questa fu l’iniquità di Sodoma: la superbia, la sazietà di cibo ed abbondanza di beni, e l’ozio loro e delle loro figlie; non aiutarono il povero e il bisognoso, ma insuperbirono e fecero ciò che è abominevole al mio cospetto; per questo Io la distrussi” (Ez 16, 49-50). Di questa turpitudine mai abbastanza esecrata sono schiavi coloro che non si vergognano di violare la legge divina e naturale» .

Carissimi non c’e’ tanto da aggiungere….

Chi è chiamato a testimoniare e in modo particolare dentro la Chiesa lo faccia!

Non si può trovare nessuna giustificazione in chi pratica l’omosessualità e sopratutto in chi lo fa nel Tempio di Dio.

La Legge di Dio e’ chiara.

Si finisca di usare una finta carità che altro non è che aver smesso di pregare.

Chi è in verità alla sequela di Cristo porta luce perché a nulla serve una candela spenta, nemmeno se decorata meravigliosamente.

No al silenzio che dà scandalo!

Dio vi benedica, sia lodato Gesù Cristo!


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Posted on 13/12/2017 in State Of Play

Written by Samuel Colombo

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