SAMUEL COLOMBO: MY WAY – LA MIA VITA (PARTE 4)
MONDO DELLA POLITICA
Il mio primo impegno vero in politica è iniziato come Responsabile di Forza Italia nella mia Università, la IULM.
In seguito, sono stato Coordinatore di Forza Italia prima e, del Popolo della Libertà dopo, nel mio Paese, Bussero.
Ho partecipato e sostenuto numerose campagne elettorali.
Anche se ho vissuto la politica a diversi livelli, ho sempre fatto parte della base, di coloro che ci credono, che lottano, che vogliono cambiare le cose e sono pieni di entusiasmo, che non si accontentano di far parte di un partito ma desiderano sporcarsi le mani per difendere i diritti delle famiglie, dei ceti sociali più svantaggiati.
Ecco perché mi scontravo spesso con coloro che stavano sopra di me e avevano il potere decisionale. A me non importavano le guerre di correnti, a me non importava difendere il mio partito screditandone un altro. Io volevo fare politica per poter agire in prima persona. Io non ho mai sopportato coloro che agivano per difendere la propria poltrona e non per rispondere ai problemi e alle necessità della società, di coloro che fanno parte della società, di coloro che urlano ma la loro voce non viene ascoltata perché di poco conto.
Ho curato la zona di tutto l’est milanese per conto di un noto Senatore che per rispetto del diritto alla privacy non nomino.
Sono stato Consigliere Comunale nel mio Paese per conto del gruppo Bussero Domani appoggiato da Pdl e Lega.
Sicuramente c’erano appetitose prospettive per me, tenuto conto che avevo conoscenze decisamente influenti, ero responsabile del partito nel mio Paese, avevo persone che mi seguivano, che mi sostenevano, che mi apprezzavano, organizzavo incontri con sindaci, assessori, consiglieri, coordinatori per tutta la Martesana (territorio dell’est milanese).
Bene, ho rinunciato a tutto questo!
Sono stato additato per lungo tempo come un pazzo. Potete intuire perché…
Ora apparentemente non conto più nulla.
I politici non mi cercano più.
Non ho più il “peso” che avevo prima.
Vi chiedete perché ho rinunciato?
Perché diverso è il mio modo di vedere e fare politica.
Perché per me la politica deve essere intesa come servizio. Sì proprio così. Mettere a disposizione tempo e risorse per compiere gesti concreti, per restituire speranza, per credere in un futuro.
Ecco perché il mio impegno in politica non si è fermato.
Certamente ho rinunciato al potere, alla carriera, all’essere cercato ed applaudito ma ho guadagnato la libertà di portare avanti ciò che avevo iniziato, la libertà di agire in prima linea rimanendo al servizio dei cittadini.
Io non volevo continuare a fare politica secondo la logica dei partiti, io desideravo arrivare a tutte le persone perché tutti, senza distinzione di scelta politica, hanno bisogno di risposte e che ancora adesso attendono dal mondo politico.
Ecco la mia decisione di dimettermi da coordinatore del Pdl e candidarmi come sindaco nel mio Paese, Bussero, con la lista “Il futuro, oggi”.
Proprio così. In questo periodo di crescita personale ero arrivato alla riflessione che il Paese poteva cambiare solo unendo tutte le persone sotto gli stessi valori, non necessariamente sotto un partito, perché il partito di per sé implica divisione.
Personalmente ritengo che all’interno di ciascun partito ci siano logiche di potere legate alle diverse correnti. Inoltre la logica del consenso è un’arma a doppio taglio perché spesso viene messo davanti il tornaconto elettorale ancora prima del servizio al cittadino.
E questo spiace purtroppo.
Non ho mai rinnegato ciò che ho vissuto perché tutto è concorso a farmi crescere e sono contento di aver percorso ogni singola tappa. Ho ancora amici all’interno dei partiti. Spero che qualcuno di loro un giorno possa realmente capirmi.
Nel mio programma elettorale alla base di tutto dovevano esserci i valori, la volontà di difendere la dignità umana, l’identità della persona. Il coraggio di scendere in piazza e urlare che è possibile pensare in positivo.
Io non ero disposto a scendere a compromessi con nessuno.
Il mio obiettivo non era vincere a tutti i costi ma portare un modo diverso di concepire e far politica.
Purtroppo oggi invece questo è il messaggio dominante: se non vinci sei un fallito, un perdente.
Completamente sbagliato!
Se nella vita ti butti, ti sacrifichi, tenti, ti dai da fare, porti avanti pur con molte avversità ciò in cui credi hai già vinto! Questa è la verità!
Per elaborare il programma elettorale da sottoporre ai cittadini bussai alle porte di ciascuna abitazione ascoltando le esigenze primarie di tutti: dal bambino, al giovane, all’adulto e anziano.
Rinunciando al mio “appartenere ad un partito” mi proponevo come sindaco di tutti e vicino a tutti. Io desideravo vincere con la gente, con coloro che erano disposti ad andare contro corrente, a ribellarsi ad una società che mette sul lastrico le famiglie, che vede gli anziani messi in difficoltà anche per percepire la propria pensione, che cerca di colmare il buco economico strozzando le persone.
Arrivai ultimo totalizzando il 9% con 418 voti, ma mi sentivo il vincitore morale, perché avevo vinto con me stesso. Avevo coinvolto persone di diversa estrazione, destra, centro e sinistra che pensavano solo a portare avanti determinati valori, ma soprattutto il reale servizio al cittadino. Non avevamo nessun diktat da dover rispettare, ad esempio sulle persone in lista, se non quello di portare avanti i valori nei quali tutti ci credevamo e ci crediamo. Se non quello di portare speranza, carità e amore nei confronti di persone ormai stanche, stufe di questa politica che abbandona i suoi figli. Uso il termine figli proprio perché un buon politico deve essere come un buon padre di famiglia e sapere sempre ciò che è meglio per i suoi figli.
A tal proposito Papa Paolo VI diceva: “La politica è la più alta forma di carità verso il prossimo.”
Purtroppo oggigiorno mi viene da pensare che molte persone intendano la politica come conquista del potere.
Ormai c’è sempre più un divario tra coloro che hanno molto e coloro che hanno poco. E coloro che hanno poco diventano sempre più poveri.
Al contrario noi viviamo in un mondo dove siamo tutti fratelli in quanto figli di uno stesso Padre e dovremmo aiutarci e sostenerci l’uno con l’altro. In modo particolare, la politica dovrebbe essere espressione di servizio nei confronti del cittadino, nei confronti della persona, nei confronti dell’uomo partendo dagli ultimi.
Invece più si sale nella gerarchia politica più sembra che ci si dimentichi del povero, dell’oppresso. E anche coloro che apparentemente si attivano per questi ultimi è perchè mossi non dal cuore, ma dalla logica del consenso o del ritorno mediatico che incide sempre sul consenso.
Questo chiaramente non vale per tutti.
Ci sono le mosche bianche. Però trattasi appunto di mosche bianche. Trattasi di eccezioni.
Che tristezza!
Ma anche in questo caso non perdiamoci d’animo! L’importante è non accettare tutto ciò che ci propinano passivamente!
Veramente possiamo cambiare! Non certo con una rivolta popolare bensì con l’amore, la carità, la solidarietà nei confronti di tutte le persone che ci circondano.
Non chiudendoci in noi stessi, nelle nostre abitazioni ma aprendo la porta del cuore a chi ci bussa perché solo, emarginato, povero. Magari è un nostro vicino di casa, magari è un nostro lontano amico. Magari sono occhi di bambini che con il loro sguardo perso nel nulla ci guardano.
A tutti vorrei dire che importante è non smettere mai di ricercare la verità, perché spesso e volentieri ciò che appare non è ciò che effettivamente è. Poniamoci delle domande e ragioniamo sempre con la nostra testa e non con quella dei media o dei politici o del partito che appoggiamo. Il tifo alcune volte gioca un brutto scherzo e ti benda gli occhi.
In ultimo se intendete intraprendere il servizio per il cittadino tenete sempre presente i valori che giorno dopo giorno stiamo dimenticando. Quelli devono essere sempre difesi con forza. Non sono negoziabili.
continua..
SAMUEL COLOMBO: MY WAY – LA MIA VITA (PARTE 6)
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