Forse tutti come Matteo Salvini dovremmo dire: “Giù le mani dalle nostre tradizioni“.
Forse tutti dovremmo fare come la bambina di 10 anni della scuola elementare di Riviera del Brenta e indignarci, opporci, dire basta a questo voler togliere la magia del Natale, a questo voler sminuire il significato del Natale nelle scuole.
Fa parte della nostra tradizione, del nostro credo cattolico il Presepe che rappresenta proprio Gesù nato in una capanna con Maria, Giuseppe, il bue e l’asino. Come ben detto da Salvini: “Come si può anche solo pensare che la parola Gesù in una canzone natalizia a scuola possa offendere qualcuno?“.
Forse è questo continuo calpestare la nostra tradizione che offende i bambini.
E proprio da loro, dalle loro firme che arriva il no.
Un no di ribellione, un no che afferma il voler ritornare alle proprie origini.
Un no alle maestre che dice: noi bambini non ci stiamo a queste imposizioni degli adulti, noi bambini crediamo nel valore del Natale e soprattutto crediamo che non possa essere tolto il nome di Gesù quando proprio nel giorno di Natale si ricorda e celebra la sua nascita.
Sono proprio i bambini i più semplici che non guardano alle differenze ma alla magia del Natale.
Non è l’Italia che deve cambiare le proprie tradizioni, non è l’Italia che deve rispettare le altre religioni offendendo la propria e rinunciando al proprio credo.
Il rispetto delle religioni senza dubbio è dovuto ma questo non significa che l’Italia deve togliere crocifissi, evitare presepi e arrivare persino a togliere la parola Gesù nella canzone di Natale.
Chi entra in Italia deve rispettare le nostre tradizioni, il nostro credo cattolico.
Non chi è italiano deve cambiare le proprie tradizioni nel rispetto di coloro che entrano.
Se gli stessi bambini dovessero frequentare una scuola elementare in un paese islamico sarebbero tenuti a rispettare le loro tradizioni senza che nessuno pensasse di offenderli o meno.
Perché, invece, l’Italia deve sempre sottomettersi rinunciando alla propria identità?
L’Italia sembra sempre proiettata a tutelare, difendere, proteggere coloro che entrano come “ospiti” piuttosto che rivendicare le proprie tradizioni, i propri costumi, il proprio credo cattolico.
Sì, perché alla fine l’Italia è sempre stato un Paese fondamentalmente cattolico. Nelle scuole pochissimi erano i bambini che rinunciavano all’insegnamento della religione cattolica e nelle feste di Natale e Pasqua si trasmetteva il significato cattolico della nascita e morte di Gesù. In molte scuole veniva persino rappresentato il presepe vivente.
Ora, invece, si continua a voler eliminare tutto quello che ci è appartenuto e trasmesso nel corso degli anni. Ora, invece, si continua a voler distruggere la nostra identità.
E i nostri bambini cosa impareranno nelle scuole? Quali valori saranno loro trasmessi?
Occorre riflettere e opporsi come hanno fatto proprio questi bambini di questa scuola elementare prima che sia troppo tardi. Prima che proprio questo apparente e subdolo rispetto delle religioni porti a cancellare le nostre tradizioni e ad imporre una nuova religione nel rispetto delle sue regole e dei suoi principi.
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