BY SAMUEL COLOMBO
La Chiesa oggi più che mai sta vivendo un momento difficile, drammatico. La società ha sempre meno chiari i valori di vita. Vi è sempre più una perdita di valori.
C’è molta confusione.
Non sappiamo più se crediamo in Dio. Se esiste un Dio. Non sappiamo più in quale Dio crediamo. I tempi del Santo Karol sembrano lontani ormai anni luce.
Tenebre e oscurità stanno ricoprendo i cieli.
In modo particolare due fatti sono alquanto imminenti ed evidenti come è chiaro dagli accadimenti che si susseguono: guerra e scisma.
Guerra che se non verrà fermata da qualche accordo diplomatico non potrà che sfociare in un conflitto mondiale diverso dai due precedenti ma di portata maggiore in termini di sofferenza.
Non è più il periodo delle lance e frecce. Ora si schiaccia un bottone e in un secondo si scatena l’Inferno e muoiono milioni di persone.
E’ tempo di placare gli animi.
La guerra è sempre sbagliata. La storia lo insegna. Il dolore lo insegna. Eppure sembra che ogni volta ci dimentichiamo la lezione.
Bisogna fare tutto il necessario per evitare ogni tipo di conflitto.
Per ciò che riguarda lo scisma all’interno della Chiesa anche questo sembra pressoché imminente.
Capisco la necessità per ciascuno di difendere le proprie idee o il proprio credo.
Ma non pensate che Gesù ora abbia più bisogno di operai che lavorino per la Vigna del Padre piuttosto che di martiri?
E’ bene rimanere calmi e saldi nella fede.
Non necessariamente dobbiamo sentirci chiamati al martirio.
E’ bene andare avanti in silenzio, nel nascondimento.
Voglio ricordare che Gesù è stato messo in croce dagli stessi sacerdoti del tempo che ‘credevano’ nella legge di Mosè.
Gesù che ha sostenuto la verità fino alla fine non è mai stato contro. Non aizzava le folle contro chicchessia.
Se vogliamo andare a vedere solo in un’occasione è stato furioso, precisamente nell’episodio in cui Gesù ha cacciato i mercanti dal Tempio.
Ma Lui ha sempre cercato di entrare nel cuore delle persone.
Si circondava di poveri, prostitute, bisognosi. Voleva stare con gli ‘ultimi’, i peccatori. Con coloro i quali per la società non contavano nulla.
Istruiva il gregge, lo educava. Andava nei villaggi, nei Paesi, dovunque poteva per trasmettere la parola di Dio.
Se si vogliono convertire i cuori bisogna forse usare nuovi metodi.
Gesù convertiva i cuori con l’amore, la comprensione, la dolcezza, l’ascolto.
Diceva la verità e alcune volte poteva sembrare duro nel dirla ma allo stesso tempo sapeva essere comprensivo. Conosceva l’umiltà.
Non gridava alle folle di ribellarsi ai Romani. Non gridava alle folle di ribellarsi ai sacerdoti.
Cercava di far capire alla gente il vero significato del seguire Dio nella vita e la gente gli andava dietro. Gesù dava fiducia alle persone. Era rispettato. Ben voluto. Anche se poi il giorno prima la folla ti innalza e il giorno dopo ti mette in croce.
Inoltre Gesù era temuto dai suoi nemici che di tanto in tanto cercavano di provocarlo o quantomeno andavano a interrogarlo per metterlo alla prova cercando di tendergli delle trappole. Allora lì sì che Gesù rispondeva a tono ma sempre spingendo alla riflessione.
Quando Gesù predicava, parlava di un radicale cambiamento di vita, parlava del significato della vita. Molte volte non era esplicito di proposito. Parlava con parabole che poi venivano spiegate ai suoi stretti discepoli. Non tutto veniva detto alle folle. Non tutti avevano occhi per vedere.
Quante volte Gesù ha fatto miracoli in silenzio? In certi casi chiedendo espressamente che non venisse detto nulla.
Dunque ora sono qui a dire: capisco le perplessità, i dubbi sulle nuove aperture di Bergoglio nei confronti della chiesa protestante. Sono consapevole di ogni frase pronunciata da Papa Francesco compresa l’ultima drammatica in cui dice testualmente: “Gesù si è fatto peccato, diavolo, serpente per noi”.
Ma non c’è da temere. Non ci sono da innalzare striscioni.
Non è questo il combattere di Gesù.
La Chiesa non perirà.
Giusto parlare, sollevare dubbi. Ma non esagerare.
Non cadere nelle liti, nelle discussioni.
Il Signore Gesù non è mai stato per le discussioni.
Pensate di recuperare la pecorella smarrita con lo striscione? Oppure facendo la voce grossa? No. E’ l’amore sempre la chiave.
Prima della sentenza di morte, prima del suo calvario e poi della crocifissione, vi ricordate che cosa Gesù ha risposto a Pilato? Ha sollevato delle questioni? Ha risposto ai suoi calunniatori? Ha fatto valere le sue idee?
Ecco questa vuole essere solo una semplice riflessione che non sta a significare l’abbassare il capo e conformarsi o addirittura sottomettersi ad eventuali eresie.
Significa rimanere in silenzio ma allo stesso tempo continuare per l’unica vera strada fino a quando Dio vorrà. L’importante è rimanere sempre ai piedi della croce.
Un sacerdote, come un buon pastore ha il compito di guidare il proprio gregge, andare a prendere la pecorella smarrita, mettere in salvo le altre.
I sacerdoti ‘ribelli’ che vengono segnalati e poi castigati hanno pensato al proprio gregge?
Una volta scomunicati? Una volta tolta la guida della parrocchia? Che ne sarà non di voi, ma del vostro gregge? Ci avete pensato?
Un nuovo sacerdote, magari diverso da voi, prenderà il vostro posto.
Voi avrete perso la parrocchia e a quel punto l’opportunità di poter guidare quelle anime. Potrete alimentare ciò che vorrete ma poi fuori chi vi seguirà?
Forse è bene cambiare ‘modus operandi’.
Non dare pretesti per farsi colpire. Essere prudenti. Non tirare fuori la spada come ha fatto S. Pietro quando i soldati erano venuti a catturare Gesù.
Nessuno dice di accettare le eresie. Per carità. E nessuno oggi ci costringe ad inginocchiarci davanti a Lutero.
Basta andare avanti per la strada giusta fino a quando sarà possibile.
Dunque cari sacerdoti, preservate il vostro gregge, istruitelo e preparatevi.
Ma se invece di prepararvi, sguainate la spada è chiaro che sarete massacrati. A qualcuno può star anche bene, lo posso capire. Specie tenendo presente l’insegnamento di tanti Santi. Ma qui ripeto, non si tratta di voi. Pensate ai vostri fedeli. Pensate alle milioni di anime che potrebbero andare perdute.
Predicate l’amore e nell’amore ponete delle questioni. Fate riflettere la vostra gente. Ponete degli interrogativi, ma sempre con prudenza. Gesù questo insegna.
Molte persone amano il Papa. Tante altre non condividono le sue aperture, certe sue affermazioni e il suo pensiero di fondo di unificare le chiese cristiane.
Se noi alziamo barricate e parliamo in modo duro condannando l’una o l’altra parte è chiaro che le persone di una o dell’altra fazione non ascoltano più quanto abbiamo da dire.
Gesù invece era ascoltato da tutti.
Domandatevi perché.
Eppure Lui ha difeso la verità e l’ha sempre professata fino alla sua morte in croce.
Ricordate: oltre al gregge pensate alla pecorella smarrita.
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